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  • Immagine del redattoreMarisa Biancardi

FERMIAMOLO INSIEME!! #iorestoacasa


Questo evento tragico che stiamo vivendo, questa ormai definita pandemia, ha avuto grandi ripercussioni sulla vita di tutte le persone : bambini giovani, adulti, anziani. Molte sono rimaste contagiate ed hanno avuto complicazioni più o meno gravi, altre purtroppo sono decedute.

Molto si è parlato delle conseguenze che questo virus ha e avrà sulla vita delle persone, sull’economia, sui servizi sanitari che sono in affanno, poco si è parlato delle persone con disabilità dei cambiamenti nella loro vita sociale, delle loro attività nella scuola, nei centri socio-riabilitativi, nelle strutture, dei pericoli anche per loro importanti in caso di contagio.

Infatti sono state le associazioni di categoria, sia a livello nazionale e locale a porre l’attenzione sulle conseguenze di questa epidemia nella condizione dei disabili e specialmente di chi vive una condizione di grave disabilità, ma non solo.

Vorrei soffermarmi su una lente di quotidiana realtà, sulla maggiore sofferenza delle famiglie con figli o persone disabili a casa, poste nella condizione di isolamento senza più aiuti e supporti sia sociali e di impegno e/o terapie quotidiane, e dare luce ad alcuni aspetti che, seppure secondari, fanno la differenza dei vivere quotidiani.

Il rispetto della salute altrui: spesso le persone con disabilità sono maggiormente sensibili alle infezioni che le persone normodotate spesso non si curano di diffondere in giro. Ci auguriamo che questa brutta esperienza faccia riflettere un po tutti , che renda le persone più responsabili affinchè ognuno si chieda se ai nostri cari disabili può essere fatale anche l’influenza semplice o la febbre alta o qualsiasi forma di contagio.

E non si può non portare l’attenzione sulle numerose condizioni di povertà reale nella vita quotidiana.

Caregiver che vivono con 800 euro di invalidità e accompagno, e che si troveranno senza pensione né ammortizzatori sociali dopo aver dedicato 30, 40 o 50 o più anni ad un loro figlio disabile. Persone che a causa della situazione di gravità dei propri figli hanno perso il lavoro perché erano commesse o impiegate in piccoli posti privati… ora sono in grande difficoltà perché si è fermata la rete di aiuto.

Assistenza sospesa. Centri socio riabilitativi sospesi, attività scolastiche difficilmente recuperate attraverso internet…

Si garantisce la terapia intensiva ma non sempre quella domiciliare. Spesso l’assistenza domiciliare non è la colf ma è la sopravvivenza per dormire due ore dopo giorni insonni.

Per alcuni non fare terapia peggiora le condizioni generali e le patologie specifiche gravi e gravissime.

Le tragedie e le emergenze, dovrebbero insegnare qualcosa, sarebbe auspicabile voler trovare sempre un suggerimento per migliorare le condizioni affinchè in futuro i disagi siano meno gravi…speriamo almeno in questo.

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